Informazioni
Essere dei bravi comunicatori è fondamentale,
anzi mi verrebbe quasi da dire che è di vitale importanza, dato che, come hanno
dimostrato i biologi, ogni sistema vivente è impegnato in un costante scambio
di informazioni con il proprio ambiente al fine di adattarvisi per
sopravvivere.
C’è quindi un’intima e necessaria connessione tra
vita e comunicazione.
Quando comunichiamo?
Sempre. Il primo assioma della comunicazione dice
che “non si può non comunicare”.
Se si è in presenza di un’altra persona, si
stabilisce sempre una qualche forma di comunicazione, anche se non si ha
intenzione di farlo.
Anche quando siamo fermi e in silenzio
comunichiamo qualcosa ed è importante esserne consapevoli. Ogni gesto è
comunicazione, anche l’assenza del gesto è comunicazione.
Questo ci dovrebbe far riflette sull’importanza
dell’essere consapevoli di sé e del proprio modo di comunicare e spingere a
prestare attenzione alle modalità con cui comunichiamo, scegliendole in base ai
propri obiettivi, al contesto e alle relazioni. Problemi
di autostima
Ma cosa vuol dire avere una buona competenza
comunicativa?
Per avere una buona competenza comunicativa è
necessario:
– avere padronanza del linguaggio, cioè saper
utilizzare correttamente le regole della grammatica e della sintassi e avere un
buon lessico;
– conoscere e rispettare le prescrizioni sociali
che indicano quale comportamento è obbligato, preferito o proibito in determinati
contesti. Questo implica conoscere e rispettare le convenzioni e le regole di
natura culturale;
– essere capaci di mettersi in relazione con
l’altro in modo diretto, creativo e appropriato, sapendo avviare e mantenere
una relazione costruttiva. Un bravo comunicatore esprime in modo chiaro e
diretto i suoi pensieri e le sue emozioni e comportamentalmente rende facili e
magari aiuta l’interlocutore ad esprimere i propri; è a suo agio e mette a
proprio agio, sa ascoltare e si impegna a capire, rispetta l’altrui punto di
vista senza rinunciare al proprio, sa confrontarsi senza inutili polemiche.
Quindi per sviluppare una buona competenza
comunicativa è molto importante accrescere la propria capacità di mettersi
efficacemente in relazione con l’altro e con il proprio ambiente, visto che
comunicazione e relazione sono strettamente connesse.
Infatti come dice il secondo assioma della
comunicazione, ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di
relazione.
Il contenuto riguarda le cose che si dicono, la
relazione riguarda invece il modo con cui le si dice e in particolare fa
riferimento alla relazione nel cui ambito le si dice. L’aspetto relazionale ci
fornisce informazioni su come si comunica ed è essenziale per la corretta
comprensione del messaggio.
Es: “fammi subito questo lavoro” e “vorrei che tu
mi facessi questo lavoro”. Queste due affermazioni presentano lo stesso
contenuto ma modo diverso di comunicarlo. Infatti nel primo esempio la
relazione sottesa è di dominio-sottomissione, mentre nel secondo esempio è di
partecipazione-collaborazione.
Dobbiamo quindi essere consapevoli che i
contenuti trasmessi all’interno di un’interazione comunicativa vengono
interpretati anche in base alla relazione esistente tra gli interlocutori.
Quando cioè parliamo con qualcuno trasmettiamo un
contenuto il cui significato è indissolubile dalla natura della relazione
esistente o di quella che vogliamo instaurare. Ogni contenuto esplicito ne
contiene anche uno implicito che si riferisce alla relazione tra gli interlocutori
e al modo in cui ciascuno vede se stesso, l’altro e la relazione in atto. In
sostanza di qualunque argomento si stia parlando si sta anche parlando della
relazione che ci lega.
La maggior parte dei conflitti e dei disaccordi
dipendono proprio dalla parte implicita della comunicazione, cioè dalla parte
relazionale del messaggio anche se poi invece si “litiga” sul contenuto.
Infatti se si è in disaccordo sul contenuto ma in
sintonia relazionale, allora è più facile che si troverà un intesa perché si
accetterà di avere opinioni diverse. Quando invece il problema è sul piano
della relazione la cosa diventa più complicata anche perché questo è un piano
per lo più implicito e quindi spesso inconsapevole o non facile da riconoscere.
Infatti quello che succede è che il disaccordo sul piano relazionale viene
manifestato con un disaccordo sui contenuti: i due contendenti discutono in
modo acceso, come se avessero opinioni diverse, non si ascoltano, non si
capiscono, ma in realtà dicono la stessa cosa. Quello che li divide non è il
contenuto ma il tipo di relazione che ciascuno pensa o vuole avere con l’altro.
Il tempo è denaro
Nella comunicazione interpersonale, il non
prestare sufficiente attenzione alla scelta del momento giusto di comunicare il
nostro messaggio è una delle cause maggiori di insuccesso relazionale.
Ovviamente non è sempre semplice o facile trovare
il momento giusto: a volte non abbiamo scelta, altre volte non conosciamo i
bisogni o gli stati d’animo dell’altro, altre volte ancora il nostro bisogno di
dire qualcosa è più forte di qualsiasi considerazione razionale.
Il segreto per avere più probabilità di azzeccare
il momento giusto è il rispetto. Imparare ad avere rispetto per i bisogni e i
tempi, nostri e dell’altro, apre una porta verso il raggiungimento dei nostri
obiettivi e la costruzione di relazioni più efficaci e funzionali.
La comunicazione efficace e funzionale
Abbiamo detto che la qualità della comunicazione
non è dovuta solo a “cosa diciamo” ma anche e soprattutto “a come lo diciamo”.
In conclusione la comunicazione è più efficace e
funzionale se:
– c’è
coerenza tra ciò che pensiamo e quello che diciamo
– ci si
assume la responsabilità dei propri pensieri
– si
impara a comunicare i propri pensieri mantenendo il rispetto per sé e per
l’altro.
Per quanto riguarda il primo punto, c’è da
precisare però che non tutti i pensieri possono essere comunicati così come si
presentano alla mente. Il più delle volte è necessario operare una selezione o
trasformazione dei propri pensieri in funzione della situazione. Quello che si
afferma quindi non è tutto quello che si pensa ma solo quella parte che è
ammessa dalle regole culturali e convenzionali e compatibile con la situazione
relazionale e la convenienza personale.
Però è bene tenere presente che l’autenticità è
un aspetto molto importante a livello di comunicazione interpersonale perché
una persona che percepiamo come falsa è una persona di cui faremo fatica a
fidarci.
Quindi è fondamentale evitare di inquinare la
fiducia con il proprio interlocutore, scegliendo “se” e “quanto” esplicitare,
tacere o dissimulare il proprio pensiero, senza tuttavia urtarne la
sensibilità.
Come si fa, ad esempio, a manifestare
insofferenza o disaccordo senza irritare l’altro?
In questi casi i valori a cui riferirsi sono
quelli della Responsabilità e del Rispetto: cioè assumersi la responsabilità
dei propri pensieri e comunicarli mantenendo rispetto per sé e per l’altro.
Responsabilità, in ambito comunicativo, vuol dire
assumersi in prima persona la paternità del proprio pensiero, cioè esplicitare
e chiarire che si tratta del nostro punto di vista. Psicoterapeuta
prato
Rispetto dell’altro vuol dire che abbiamo ben
presente che l’altro può avere un proprio punto di vista, non necessariamente
coincidente con il nostro e che questo non significa che non meriti il nostro
apprezzamento e rispetto come persona.
Quindi in un disaccordo è importante non passare
da giudicare l’opinione dell’altro al giudicare la persona: non condividere
l’opinione, non accettare un comportamento di una persona non significa non
accettare, non apprezzare la persona stessa.
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